Essere in compagnia di un buon demone

Il significato di eudaimonia

Noi traduciamo il termine eudaimonia con “felicità”, ma il sostantivo italiano rende solo in modo parziale il valore di quello greco, parzialmente diverso in significato. Eudaimonia è infatti composto da eu, che significa “bene”, e da daimon, “demone”, e letteralmente significa “essere in compagnia di un buon demone“; ciò denota insomma una condizione complessiva di benessere, quale può essere garantito da una sorte propizia. Ma in che cosa consistono, concretamente, felicità e benessere? Per rispondere, Aristotele esamina le nozioni più comuni di felicità disponibili all’epoca.

In quanto bene supremo per l’uomo, la felicità non può consistere nel piacere, con cui la identifica il volgo e il popolo comune, essendo il piacere comune anche agli altri animali. Inaccettabile per Aristotele è anche l’identificazione della felicità con il possesso di grandi ricchezze: la felicità è infatti il bene supremo e dunque costituisce il fine ultimo delle azioni umane, mentre la ricchezza è un mezzo del quale ci si serve in vista di altro.

La felicità, infine, non può neppure consistere negli onori, derivanti dalla partecipazione alla vita politica: gli onori infatti per molti aspetti non dipendono da noi, ma dagli altri; e soprattutto non sono davvero fini, ma mezzi essi stessi, che servono – osserva acutamente Aristotele – per gratificare chi ne è destinatario e per rassicurarlo sulle sue qualità individuali.

La felicità è dovunque.

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